Come Billy Elliot

“COME BILLY ELLIOT”

Aiutiamo Lorenzo a realizzare il suo talento

La prima volta a quattro anni, di fronte alla televisione nel salotto di casa. Guardava i video musicali e danzava senza freni.

“Sentivo in corpo l’energia e la dovevo liberare, mi arrampicavo dappertutto”.

Poi il ballo, per Lorenzo, è diventato salvezza, cura per la sua anima ferita.

“Sentivo che le tensioni vissute in casa si trasmettevano dalla testa al corpo, e allora dovevo liberarle, l’unico modo che conoscevo era il ballo, così entravo in sala e danzavo, e mentre danzavo non sentivo niente, tutte le sofferenze scomparivano, ogni dolore diventava un ricordo”.

Senza il ballo, chissà dove sarebbe stato il giovane Lorenzo, 16 anni, una specie di Billy Elliot italiano, con un passato (e un presente) familiare molto burrascoso.

Suo padre soffre di una grave forma di disturbo bipolare. E Lorenzo, ancora impressa nel cuore, rivede quella violenza che ha accompagnato la sua infanzia. “Una volta mio padre urlava e mentre urlava prese una segaccio per distruggere una scaffalatura che gli dava fastidio sulla quale mamma aveva appena riposto i pochi giocattoli nuovi ricevuti per Natale”.

Episodi ripetuti, i muri presi a pugni, gli oggetti scaraventati a terra, i mobili presi a calci.

E poi quella volta che, in piena notte, mentre dormivamo, bruciava la plastica nel camino affumicando tutta la casa.

Più volte Lorenzo, sua sorella e la madre si sono dovuti allontanare da casa per non mettere a repentaglio la loro incolumità.

E ogni volta, per Lorenzo, è stata una specie di reclusione.

“Avevo 12 anni quando gli assistenti sociali ci presero per portarci in una struttura delle suore. Infilai tutta la vita in una valigia. Persi tutto: amici, compagni, abitudini. Vedevo soltanto nero, niente su cui fare affidamento”.

Ma c’era il ballo, porto sicuro, rifugio dal malessere. Due ore tutti i giorni, cambiando scuole e trovando insegnanti sempre più meticolosi.

Lorenzo migliora giorno dopo giorno, la danza diventa la sua vita e la sua àncora.

Ma i problemi non finiscono. E Lorenzo, a 14 anni, se ne va: dalla Versilia (dove vive) decide di andare a Firenze. A Firenze c’è l’Opus Ballet, una delle accademie di ballo più importanti d’Italia.

Viene qui tutti i pomeriggi, dopo la scuola. Nei suoi occhi c’è l’abisso del dolore. E c’è rabbia, tanta: “La rabbia nei confronti di un sistema istituzionale che non ha tutelato una famiglia in difficoltà. Mio padre malato, ingestibile e mal curato, mia madre senza una vita per non lasciarlo soccombere. Nessuno ci ha supportato adeguatamente e i problemi non sono ancora finiti”.  Pochi mesi fa la disregolazione comportamentale del padre, conseguenza della sua patologia, lo porta a passare severi guai giudiziari.

La rabbia, però, diventa forza quando si canalizza nel suo corpo e il suo corpo diventa quello di un ballerino che divora sala e palcoscenici.

“Senza il ballo sarei devastato. Per me la danza è estasi, è astrazione completa, mi fa star bene con me stesso”.

Lorenzo ha un talento vero, che adesso punta alla realizzazione professionale e artistica.

“Il mio sogno è entrare a far parte della compagnia di ballo del Nederlands Dans Theater dell’Aia, in Olanda”.

Lo dice così, senza ridere, perché lui non ride quasi mai. Ride soltanto in sala, mentre si muove e inventa coreografie, mentre srotola il suo corpo e danza.

Per sostenere il sogno di Lorenzo, la Fondazione Medici F3 ha organizzato per domenica 8 giugno una serata benefica al Castello Il Palagio di Mercatale Val di Pesa, in provincia di Firenze.

Una serata, organizzata insieme alla società San Giovanni Battista, al Rotary Certosa e al Rotary Sesto Michelangelo, per raccogliere fondi in favore di Lorenzo, che così potrà continuare a frequentare l’Opus Ballet e continuare a rincorrere le sue aspirazioni.

Articolo di Jacopo Storni

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